Bisiluro

Il “Bisiluro” o TARF

Piero Taruffi Monthlerey

Piero Taruffi si laureò in Ingegneria Meccanica nel novembre del 1932 all’Università degli Studi di Roma e già negli ultimi anni ’30 collaborò alla realizzazione di due popolari moto: la Rondine della C.N.A. e la Gilera con le quali conquistò numerosi primati.

Taruffi fin dall’inizio dell’attività professionale si aggiudicò numerosi brevetti tra cui il primo fu il compressore botto seguito, durante gli anni della guerra, da una teleferica a fune unica, portante e traente.

Nel novembre del 1943 fu poi la volta di un cambio per bicicletta, il primo a portare il nome di Tarf.

Queste esperienze furono preziose occasioni di crescita professionale tanto da consentirgli, solo dieci anni dopo, di realizzare un ambizioso progetto, un’auto da primato: la famosa Tarf.

E’ con la fine del secondo conflitto mondiale infatti, con la ripresa della attività sportiva, che Taruffi realizzò una serie di brevetti per un’auto dalle caratteristiche aerodinamiche ottimali: il Tarf o Bisiluro.

L’esperienza ed i risultati raggiunti lavorando con le moto convinsero Taruffi a realizzare un veicolo a quattro ruote che avesse le prestazioni di una moto carenata; il risultato fu l’accoppiamento di due scafi, l’uno per il propulsore e l’altro per il pilota, ciascuno con una sezione frontale ridotta e quindi con una resistenza all’aria molto inferiore rispetto a quella di qualsiasi altra automobile.

…la progettazione richiese circa tre mesi e vari furono i problemi da risolvere… per semplificare le esperienze montai sulla macchina il motore di una mia motocicletta di cui conoscevo perfettamente i massimi raggiungibili. Mai, fino ad allora, una automobile aveva raggiunto a parità di potenziale la velocità delle motociclette…
Fu perciò grande la mia soddisfazione quando provai la macchina: la velocità da essa raggiunta non solo eguagliò, ma superò notevolmente quella della motocicletta…

Piero Taruffi bisiluro

I primi tentativi di stabilire nuovi record furono quelli del 28-29 novembre 1948 sulla Bergamo-Brescia con un motore bicilindrico Guzzi 500. In quei giorni furono stabiliti 6 record di distanza.

Nel 1951 venne prodotta una seconda versione del Tarf con l’obiettivo di stabilire i record di velocità della Classe Internazionale. Questa macchina differiva dalla prima per alcuni particolari tra cui l’eliminazione della pinna sul fuso di destra, che conteneva il motore, e la presenza del radiatore che tagliava la punta del fuso.

Dopo il primo tentativo andato a vuoto nel novembre 1951, Taruffi tentò di nuovo l’anno successivo: tra gennaio ed aprile del 1952 conquistò i prestigiosi primati dei 50 e 100 chilometri e delle 50 e 100 miglia ed il record dell’ora. I record vennero stabiliti sulla via Appia nonostante il tracciato non fosse favorevole alle lunghe distanza. Il pilota era costretto infatti ad effettuare una frenata al termine della base cronometrata per girare la macchina, facendo una sorta di “giro di boa”.

Per questo motivo tra il 1954 ed il 1957 riuscì a migliorare ancora i precedenti primati correndo nell’autodromo di Monza.

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