Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di incontrare il Maestro Alessio Paternesi, non lo vedevo da qualche anno ma il suo sorriso e la sua cordialità sono rimasti quelli che piacevolmente ricordavo. Seduti nel salotto della sua casa-studio nella campagna viterbese circondati da opere che diventano, se possibile, più belle ogni volta che si ha la fortuna di ammirarle mi sono perso ad ascoltarlo parlare…..Ricordi di tante esperienze artistiche e di vita, gli incontri con i personaggi del jet-set e della politica ma anche flash sul suo passato giovanile vissuto in provincia, a Civita Castellana. Poi il discorso non può prescindere dal parlare di un amico comune che da poco ci ha lasciati: Massimo Natili; le emozioni si rincorrono ma sempre con grande serenità. Sono venuto a trovarlo per parlare della mostra collettiva di pittura che stiamo organizzando per celebrare il trentennale della nostra fondazione e della quale sarà ospite d’ onore ma quasi me ne dimentico affascinato dal suo eloquio e dalla potenza affabulatoria della quale sembra neanche rendersi conto. Bagnoregio e Civita sono nel suo cuore ed i suoi occhi si illuminano quando cita la sua scultura bronzea raffigurante una fanciulla posizionata proprio ai piedi del ponte che porta alla “città che muore” oggi più viva che mai grazie alle centinaia di migliaia di persone che annualmente la visitano. Una telefonata interrompe il corso dei suoi ricordi ed io torno alla realtà approfittando della interruzione per fotografare alcuni dei capolavori bronzei e su tela che mi circondano; il Maestro sarà con noi a fine maggio accettando l’ invito come se fosse quello di una struttura di ben altra importanza…forse è proprio questo uno degli aspetti che lo rendono unico: ricco di gloria e celebrato da critica e pubblico non ha perso il contatto con la realtà, è rimasto umile come se tutto quello che ha fatto non fosse farina del suo sacco. Il discorso va anche al lato organizzativo dell’ evento ma lui quasi si ritrae demandando l’ onere alla figlia….preferisce ricordare Bonaventura Tecchi e Nicola Pietrangeli, Sebastian Matta e Renato Nicolini, Balthus e Don Lurio….tutti sullo stesso piano senza alcuna distinzione. Sarà davvero un grande onore avere al Museo Taruffi un artista di tale livello con alcune sue opere che in qualche modo riguardano il viaggio e che si inseriscono a pieno titolo nello spirito della mostra collettiva: grazie, Maestro!
Flavio Verzaro – Direttore del Museo Piero Taruffi
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